giovedì 27 settembre 2012

Il Piz tri perfetto...

Gianni propone il Piz tri una bella vetta, 2300 mt in Val Camonica.
Dopo aver lanciato l'invito via mail ai 101 iscritti al club, attendo le conferme di partecipazione via sms.
Alla gita aderiscono: Paolo, Gianni, Angelo, Riccardo, Gigi, magico Umbert, Fabio e Brumotti (Davide).
Eccoci in viaggio verso Malonno, nei nostri Garmin un po di tracce gps...
Sul web abbiamo trovato la traccia dei Bikers di Brescia variante lunga e la traccia di Mtbvalcamonica traccia corta....poi Paolo ha disegnato una variante mix...
Vedremo al momento cosa scegliere.
Ci fermiamo lungo la strada per bere un buon caffè nel tentativo di svegliare i corpi ancora assonnati....
Sotto la bikers car del nostro Paolo
















In breve a bordo della velocissima Opel raggiungiamo il campo sportivo di Malonno.
Le bike prendono scena, il clima è fresco, in valle la temperatura è di 10°, bastano meno di un paio di km di dura salita per far salire la temperatura.
Antonio adrenalinico scatta  in testa e stacca il gruppo intento alla svestizione... infingardo!! lo riprendiamo poco dopo fermo dinnanzi ad un bivio.
Le chiacchiere sono poche, la pendenza toglie il fiato un po' a tutti, quando la strada spiana leggermente, ci fermiamo per riprendere il fiato.

Gianni ci propone un saluto al Team Loda....

Un team ciclistico a cui è particolarmente legato...






Quando l'asfalto lascia il posto al cemento Angelo navigato biker esclama "aia quando s'incontra il cemento son cazzi", l'affermazione viene immediatamente confermata, la salita si fa tosta.
Fortunatamente il gruppo è pimpante e anche di fronte alle salite impegnative sale veloce, si suda, si ride e si scherza...la giornata è perfetta.

Un paio di soste per sbocconcellare un panino ....

Antonio disintegra un panino imbottito
Fabio si dedica alla cioccolata

Umberto non lascia nemmeno le briciole per le formiche...


Gianni disegna mezzelune sul panino.
















Salendo incontriamo due strani personaggi, i quali si prestano per una simpatica foto...
Occhio! non sono io grasso! è lui che è magro!


















L'Adamello ci accompagna per gran parte della salita regalandoci una spettacolare vista...































Angelo e Brumotti spiccano il volo, hanno nelle vene nitroglicerina allo stato puro, le bike quasi si ribaltano ma loro non mollano....
Decido di impostare un ritmo, stacco il gruppo un po' spingendo e un po' in sella, sono a palla il cuore in gola... finalmente vedo i due fuggitivi, si sono fermati ad aspettarmi.
Quando li raggiungo sul mio viso è chiara la stanchezza, mi dicono "Fede non siamo la Madonna e San Giuseppe, siamo noi Angelo e Davide"....li passo spingendo la bici... i due alieni salgono in sella e mi ripassano agevolmente, non mi resta che sfoderare la macchina fotografica per alcuni scatti sul rush finale.


Angelo






















Brumotti











La vetta è nostra in quattro ore secche....
















Una manciata di minuti ed ecco il resto del gruppo.
Un primato... abbiamo portato sul Piz tri il primo Venezuelano in mtb!

Grande Antonio e la sua simpatia!






















Dopo le dovute foto di rito, ci rilassiamo in un angolo riparato dal vento, si mangia, si ride e si tira un attimo di respiro.
I visi dei miei amici parlano chiaro, sono provati ma tutti soddisfatti e fieri della meta.
















Dopo esserci rifocillati a dovere siamo pronti, casco in testa, giubbetti antivento e via sulla piacevole tratta in discesa. Il primo tratto scorre veloce, le full prendono il largo... al bivio ricompattiamo il gruppo, dobbiamo decidere che discesa scegliere.
Gigi conosce bene la traccia corta, la descrive come spettacolare.... io e Paolo siamo tentati dalla traccia lunga, conoscendo i Bdb dovrebbe essere più tecnica.
Gigi quasi convince parte del gruppo, ma un rilancio all'ultimo secondo devia il gruppo che si butta sulla lunga.

Il primo tratto è fantastico...
















Un bel single molto veloce e stretto.... la mia manna!!
poi il tracciato diventa un poco più tecnico nulla di estremo...anzi, resta sempre piacevole e a tratti entusiasmante. Alcuni piccoli tratti cementati sul finale rovinano la poesia....
Rimane comunque una deliziosa discesa.






















Le urla di divertimento in discesa di Antonio, mi regalano emozioni...abbiamo organizzato proprio un bel giro! tutto è filato alla grande, ci siamo stancati.... ma la soddisfazione per la scalata, il divertimento della discesa, la bella compagnia hanno reso questa giornata perfetta.

Forse la variante boschiva, per evitare la statale da Edolo a Malonno è superflua a mio parere non merita.

E' tardi sono le 24:19 vorrei descrivere al meglio la bella giornata ... ma domani in officina mi aspetta un sacco di lavoro..."no a dormer, che lè urà"

I miei complimenti a tutti, vi aspetto al prossimo tour...


domenica 16 settembre 2012

Lago di Bongi... delude le aspettative.

Come sempre, la voglia di una pedalata in compagnia è altissima...il clima è ideale, le miti giornate settembrine sono una manna per noi bikers.
Questo week end dobbiamo farci un giretto breve, cercando di rincasare presto.... il coniglio in casa Moretti, le Quaglie in casa Ruggeri e la polentina con arrosto a casa Truppia non possono attendere!! le mogli reclamano la nostra presenza.
Nessun problema per le 12 e zero zero saremo con i piedi sotto il tavolo!

Sabato sera mando a Paolo la variante all mountain.... così tanto per informarlo.

Capperi! è sabato sera e il mio cell. scotta, gli sms di partecipazione arrivano in numero cospicuo ....10...15...20...ma in quanti saremo domani? Oltre VENTI...chiamo Paolo "ehi domani ci servono i vigili per fermare il traffico!" dall'altra parte del cell. lo zio Paolo sghignazza, "eh dai starom a eder".

Partiamo in auto io e Paolo, manca una manciata di minuti alle 7:00, mentre percorriamo i pochi km dal luogo di ritrovo piovono gli ultimissimi 3 sms. Eccoci al punto, già 4/5 bikers stanno chiacchierando, in brevissimo tempo una processione di auto e bici al seguito riempie il parcheggio.
Dopo una conta l'esito conferma gli sms, siamo in venti... è no! altri tre amici ci aspettano a Brozzo al bar Cascata. Siamo in VENTITRE.

Ed eccoci in una mezzoretta d'auto a Brozzo, si preparano le bici, un caffettino ed in pochi minuti la carovana si mette in strada.











Luca reduce della gara di Soprazocco e della prova di ieri della Gimondi bike è ancora pimpantissimo, imposta un bel ritmo di salita e in men che non si dica ci ritroviamo tutti col cuore a 170 battiti, la strada in compenso scorre veloce e in poco tempo ci ritroviamo al passo del Termine.








Da qui parte un ippovia, decidiamo di seguirla, le indicazioni sono chiare: "Lago di Bongi".
Percorriamo pochi km e ci ritroviamo in casa di un paio di anziani a lesinar polenta. Caxxo siamo in 23 l'anziana signora la vediamo subito preoccupata, ringraziamo e salutiamo tornando sui nostri passi.
La strada asfaltata ci porterebbe al Bongi in pochi km ...ma vuoi mettere lo sterrato?
Imbocchiamo una seconda strada... un po di discesa e poi.... ortiche e che ortiche! ancora mi gratto le gambe sin sopra le ginocchia.
Avete presente il gruppone del giro d'Italia? immaginatevi un errore di rotta... tutti che girano le bike e oplà retro front! ecco la scena è questa ahahaha, non maleditemi, fa parte del gioco!
Finalmente becchiamo il sentiero giusto...il 481, purtroppo siamo a fine estate e la natura sembra essersene impossessata inglobandolo. Con un adeguata pulizia e risistemata sarebbe un gran bel sentiero tecnico e veloce come piace a noi!
Eccoci sbucare al Bongi, dopo esserci in più punti fatti strada col machete nella selvaggia giungla Marmentina.
















Qui una breve sosta dove ci si distrae in svariati modi....

Luca si sbanana...e ricarica il potassio.




















Marco e Enrico scambiano le dieci per il mezzogiorno...
Aperitivo vista lago.



















Antonio vuol scavalcare la recinzione, non si sa per qual motivo...
Poi decide di farsi un panozzo con birretta.












Gianni ripensa all'infanzia...















Io mi ripiglio un poco...














Quando il gruppo si rimette in moto sono le 11...butto li la variante all mountain.
Con la mia variante faccio bollire il sangue a molti, ma Paolo saggiamente, mi fa notare l'inesorabile orario.
Poi la mente stranamente vola al coniglio, le quaglie e l'arrosto..."ok ok Paolo hai ragione si fredderebbe tutto".
Rimettiamo in moto il gruppo e via su asfalto sino a Mura... qui Angelo (che adora l'asfalto) si fionda e più volte mi stuzzica "dai Fede a ruota!", Luca e Massimo non ci mettono poi tanto a scaldarsi.
In men che non si dica almeno 2/3 del gruppo si buttano a fionda svernicciandosi a vicenda, bici di traverso sui tornanti e bacchettate in uscita di curva... dopo 6/7 km dove addirittura un gruppo di bici da corsa non riesce a tenere il passo sui tornanti e sulle staccate delle ruote grasse, mi fermo per attendere il resto del gruppo.
Qui dopo un paio di minuti, un auto s'accosta e una ragazza intimidita, con alla guida il giovane fidanzato, mi chiede "scusi, abbiamo visto una corsa! ma la strada è chiusa?," "no no siamo solo un folto gruppo di giovani in preda all'ormone della competizione...".

Rientrati i fine gruppo ripartiamo all'inseguimento lento dei primi, li ri-becchiamo perchè si sono fermati al bivio con uno tratto sterrato che da Mandro ci porterà a Brozzo.
Tutti in sella e via...un po' di cemento qua e là e sterrato largo... una caduta sulla cementata, caxxo che volo!! fortunatamente nulla di grave.
Ri ri partiamo... il gruppo scende saltellando a destra e sinistra, in cinque ci attardiamo per recuperare gli occhiali persi nel volo.
Raggiungiamo il gruppone nel parcheggio, i doverosi saluti a tutti e via....
Il coniglio, le quaglie e la polenta son nuovamente freddi.... sono le 12:15, ora che siamo a casa ad andar bene sono le 13...

Chiudo la porta dell'auto, Paolo è dentro e mi guarda....quasi sò già cosa mi dirà, lo posso immaginare.
Poi si confida," el me mia piasit!"  rispondo "gnà a me!".
Lui adora il tecnico le discese sui pietroni dove dar fondo alle doti di equilibrista, dove sedersi sul pneumatico posteriore è quasi d'obbligo, io adoro i boschi dove c'è stretto e veloce con fondo stabile.
Insomma la mtb che adoriamo non è questa!
Ma dai, la mtb va vissuta in tutte le sue sfaccettature e un bel giro in compagnia non dispiace mai a nessuno.


Dai Angelo scherzo.... sappiamo tutti che detesti l'asfalto!!
Questo giro te lo dedichiamo.


Dio che bei sciech !!!













Sabato se il meteo ci assiste Piz tri, forse anche una notturna in Maddalena a metà settimana.
Un ringraziamento a tutti per la numerosissima partecipazione alla prossima....



martedì 11 settembre 2012

Fra i laghi ed i laghetti della val Brembana


  ....... 3... 2... 1... Via! 
Non preoccupatevi non è come si potrebbe pensare la partenza di una gara ma il preludio alla epica scalata nella Val Brembana. Eravamo infatti partiti con una proposta di 3 giorni sul Cervino, poi ridotta a 2 giorni sulle Orobie per l'impossibilità di molti a prendere ferie in questo periodo ed infine compresso il giro in un solo giorno per le scarse adesioni. 
All'appuntamento a Fornaci siamo in sei: io Fede, Gianni,Umberto, Maurizio e Antonio. Caricate le bici ci lanciamo in autostrada. Appena il tempo di passare il casello e subito trilla il telefono. Sono Fabio, Simone e Davide appena dietro a noi, rallentiamo e ci raggiungono. Quasi a Bergamo il telefono suona di nuovo Marco e Roberto sono già fuori dal casello che ci aspettano, bene ora il gruppo è al completo. Lasciamo la città e saliamo a Isola di Fondra dove si parcheggiano le auto. 
Giusto il tempo di preparare le bici e il serpentone in fila indiana si incammina verso Carona, una decina di Km in leggera salita con i primi scorci sulle Orobie. 


Superato il lago, meglio il laghetto, della omonima località inizia la prima vera salita. Il gruppo pimpante, galvanizzato dalla fresca aria mattutina, si divide come sempre quando inizia la pendenza ed ognuno cerca il proprio ritmo. La giornata limpidissima ci regala splendidi panorami alpini, con le montagne illuminate dal sole e solcate da cascate spumeggianti che ci costringono a numerose soste " fotografiche". 


Il gruppo si ricompatta in prossimità del secondo lago Del Prato, dove incontriamo un folto numero di soccorritori speleologici in tenuta operativa e pronti per iniziare le esercitazioni. 

Dopo una breve pausa e qualche divertente battutina sugli speleologi si riparte. Alla testa del gruppo un Gianni in pienissima forma trascina in fuga Simone e Davide tanta è la foga che oltrepassano il bivio e spinti dalla fame salgono verso il rifugio Calvi. Recuperati, non senza fatica, i fuggitivi veniamo informati da un local che la nostra pausa pranzo (Rifugio Gemelli) dista circa due ore. L'ala informatica del gruppo si mobilita e in un attimo avvisiamo i gestori che per le 14 saremo da loro. Dopo una breve discesa inizia il traverso sul fianco della montagna che ci porta fino al lago artificiale di Sardegnana. 


 Dalla alta diga si gode una ottima visuale sulla valle sottostante e sul bacino in cui nuotano indisturbate enormi trote. C'è anche chi trova la forza di scherzare sulla teleferica di servizio. 

Da questo punto in poi il percorso si fa veramente duro, la prima parte è una balconata tutta scavata nella roccia con alcune gallerie e a strapiombo sulla valle; per fortuna in aiuto a chi soffre di vertigini ci sono cavi di protezione. 

Infine l'ultimo pezzo, assolutamente non ciclabile, e decisamente ripido porta ai laghi Marcio e Piano Casere. Parte del gruppo spinto dalla fame si lancia verso il rifugio, noi ci fermiamo ad aspettare chi è rimasto indietro ed a scattare qualche foto. Si riparte costeggiando i bacini e poi la lunghissima scalata verso il Gemelli: 1,5 Km tutti bici a spalla con dislivello di 300 m. Finalmente dopo l'ultima curva compare come un miraggio il rifugio, mi scappa l'occhio sull'orologio che segna inesorabile le 16.00, "mia mal " ben 2 ore di ritardo! Ed eccoci tutti a tavola con un bel panozzo ed una fetta di torta, altro a quest'ora il gestore non aveva da offrire. 

Dopo la pausa ristoratrice ci informiamo sul tratto che ancora ci aspetta da fare fino al passo di Mezzeno. 

Le notizie sono decisamente sconfortanti, ma non abbiamo alternative, bici in spalla e scalata con passaggi quasi da alpinismo. Passo dopo passo con la bike sempre più pesante alla spicciolata raggiungiamo i 2150m, le facce di chi arriva sono più eloquenti di qualsiasi descrizione si possa fare. 

Sulla cima tira un vento freddo e siamo circondati dalle nuvole, ci si veste e guardando verso il basso capiamo che anche la discesa, almeno nella prima parte non è decisamente ciclabile. 

Con pazienza e qualche piccola caduta, senza inconvenienti gravi, riusciamo a raggiungere la strada asfaltata che porta verso Roncobello. Dopo il rifornimento d'acqua ad una provvidenziale fonte ci lanciamo a tutta velocità in discesa. Tanta è la foga e la gioia di poter finalmente cavalcare le bike che buona parte del gruppo passa oltre il bivio che, tagliando nel bosco, ci riporterà alle auto. Un vero peccato perché questa variante si dimostrerà la parte più divertente del giro. Dopo una piccola salita inizia una cementata larga in discesa che poi si trasforma in un bellissimo single nel bosco. Guardo Fede sapendo questi sono i suoi percorsi, il sorriso e la gioia che esprimono i suoi occhi sono inequivocabili. Anche il resto del gruppo si diverte, curve in appoggio, tornantini e piccoli salti rendono la discesa entusiasmante. 
Menzione speciale va ad Antonio che pur essendo la seconda volta che sale in montagna ha dimostrato incredibile tenacia in salita e ottima tecnica in discesa. Purtroppo l'ultima parte del sentiero diventa poco scorrevole per la scivolosità e l'instabilità del fondo. Ma eccoci finalmente al parcheggio dove gli stradisti hanno già caricato le auto, ormai siamo prossimi al tramonto e con la poca luce rimasta carichiamo i mezzi e ci lanciamo verso Brescia dove arriveremo ben oltre le 21. 
 Questo è stato sicuramente il percorso più impegnativo che abbiamo mai organizzato, che ha spinto molti di noi al limite o forse oltre, ma anche per questo, almeno per me, rimarrà impresso a lungo nei miei ricordi. Grazie a tutti voi che con la vostra presenza avete contribuito alla riuscita di questa giornata. 


Mancano solo i numeri:
- 39 km di cui 6 con bici a spinta, 
- 2220 metri di dislivello, 
- durata del giro10 ore di cui 7 in movimento. 

Ecco cosa abbiamo fatto, 
alla prossima, 
Paolo.

lunedì 6 agosto 2012

Da Borno al rif. San Fermo

Dopo un fitto scambio di mail infrasettimanale con continui cambi di programma, abbiamo finalmente deciso l'itinerario per il week-end.
La meta designata è Borno, da qui saliamo al lago di Lova e successivamente al m.te Mignone per poi salire al rif. Laeng per mangiare qualcosa, discesa verso Sommaprada e poi aggirando il Mignone ritorneremo a Borno.
Saremo in sei, io, Massimo, Paolo, Simone, Fabio e lo Swisser.
Partiremo da Brescia in tre, gli altri li troveremo a Borno, l'appuntamento in zona e fissato per le 8:40.
Alla partenza da Brescia,  io, Massimo e lo Swisser facciamo a pezzi le nostre bike nel tentativo di farle stare tutte e tre nel bagagliaio della Mazda. Sono le 7:00 partiamo con largo anticipo....
"Swisser conosci la strada per Borno? " Si si, oh ta net de le pò del là" ...ok allora non uso il tom tom, lo abbiamo seduto sul sedile posteriore.
Tra chiacchiere e l'allegra compagnia il viaggio prosegue veloce e divertente, in breve siamo a Cividate Camuno e altrettanto brevemente a Capo di Ponte...
Si! avete capito bene Capo di Ponte, qui un dubbio mi assale, decido di interpellare il mio Tom Tom, caxxo Swisser siamo fuori rotta di 47 km!! "De che an pò som a Pont de Legn"
Imposto Borno sul navigatore e torniamo velocemente indietro, Massimo alla mia destra è il secondo navigatore esperto, mi chiede la via e imposta il navigatore.
Risaliamo la Val di Scalve da Boario e al bivio per Borno il Tom ci indica di salire verso Colere e poi verso Castione della Presolana...dopo 15 km altro dubbio....il Tom non ha preso Borno ma via provinciale di sa quale paese...caxxo caxxo caxxo!!!
Esco in velocità da una curva e un piccolo scoiattolo si suicida sotto la mia Mazda, ricaxxo e contro caxxo!!! poteva infilarsi di tutto sotto le mie ruote, "na sorga, na pantegana, ..." ma un scoiattolo no....
Torniamo indietro avvisando del nostro forte ritardo, l'appuntamento lo sforiamo di 75 minuti. Si 75 minuti fa meno effetto di un ora e un quarto!
Raggiunto Borno in modo vergognoso, ci viene proposto causa ritardo un cambio itinerario.
Saliremo al rifugio San Fermo, passando dal lago di Lova e dal Mignone.
Finalmente iniziamo a pedalare, la scherzosa compagnia fa subito dimenticare l'incazzatura del ritardo e dello scoiattolo, in breve l'allegria lascia il posto alla fatica e al sudore, le pendenze impegnative e il tentativo di restare in sella, bagnano completamente il nostro abbigliamento.
Simone e la sua nuova Cube in carbonio da 10 kg troneggiano sulle salite, nelle retrovie s'arranca a turno.
Raggiunto il lago lo Swisser tenta di barattare la sua Trek cinese con un fiammante 4x4.
Qui sotto il Swisser mentre prova il mezzo.


L'anziano proprietario dopo la lauta offerta del Swisser 20.000 € gli urla che ne bastano 5.000 €, si concluderà con un nulla di fatto, peccato per Marco avrebbe fatto l'affare...
Durante la successiva salita lo Swisser tenta un nuovo baratto con un anziano taglialegna e la sua moto, un cinquantino arrugginito una Comal 21, anche qui un buco nell'acqua. (Swisser ta toca tegner la Trek cinesa ).
La salita prosegue tra splendide vedute, inoltre lamponi e fragoline di bosco sbucano a destra e sinistra, raggiunto il bivio al colle Mignone...Simone si scatena e sale quasi sempre in testa, braò bella gamba!


 Poi dopo parecchie rampe uno splendido sentiero ci porta al rif. San Fermo.

L'idea è quella di fermarsi per un rapido ristoro, ma quando i piedi finiscono sotto il tavolo, il rapido si trasforma sempre in tranquillo.


Pertanto dopo la tranquilla e scherzosa pausa ristoratrice davanti a birra e piatti di spaghetti si riprende a pedalare verso i 2.000 mt percorrendo un splendido traverso.


Dopo aver lasciato il Swisser ben saldo in croce... "ciciara trop"


... iniziamo la discesa verso Borno...Visto l'orario ormai tardo, si decide per un rientro rapido seguendo la strada più veloce, tralasciando il single track nel bosco. 
La discesa è larga e sconnessa i freni vengono messi a dura prova, nel tentativo di evitare chi mi precede perdo il grip alla ruota anteriore e finisco in mezzo ad un metro di ortiche, "miseria che bello!, uno sballo", mentre scrivo ancora mi gratto.
Raggiunta valle percorrendo anche un breve single nel bosco, Paolo ci invita nella sua bella casetta per le vacanze,  qui ci delizia con panini, un saporitissimo speck e birra fresca.
Un saluto veloce a lui, moglie e figli e giù in pochi minuti alle nostre auto.
Onde evitare di finire nuovamente a Capo di Ponte ci accodiamo alla Mercedes di Simone seguendolo come fidi cagnolini fino a Brescia.
Che dire, splendida giornata on bike, immersi nella natura, coccolati da una temperatura mitigata dai monti il tutto in compagnia di ottimi amici d'avventura.
Un augurio da tutti noi all'amico Umberto vittima di una brutta caduta sul Denervo, lo riavremo tra noi a fine mese.
Tutti in forma alla prossima.

Altre foto qui






giovedì 2 agosto 2012

Le splendide vette sopra Gargnano

Sono 4 settimane che per motivi vari non riesco ad aggregarmi al mitico mtb brescia. La voglia di rivedere i compagni d'avventura mi costringe ad una nottata agitata, complice anche il caldo mi sveglio parecchie volte per controllare l'ora. Infine la sveglia mi coglie nel sonno profondo nel quale mi sembra d'esser appena caduto. Colazione, di corsa da Fede e trasferimento al punto di ritrovo dove già ci aspettano Massimo lo Swisser e Ivano. Dopo i saluti si parte in colonna verso Gargnano. Al parcheggio ormai pieno Umberto è già pronto, sfruttiamo il parking privato di un mobilificio,  fortunatamente chiuso di domenica, e nei pochi minuti della preparazione delle bici ci raggiunge anche Renato. Fila indiana con prudenza sulla statale per poi tuffarci sulla vecchia gardesana che costeggia il lago e ci mostra i primi splendidi paesaggi della giornata. 

Il caldo si fa sentire, le fronti grondano di sudore ma siamo ancora freschi e quindi le chiacchiere e le risate si rincorrono veloci fra gli scalatori. Dopo una serie di tornanti a picco sul lago, che ci portano velocemente in quota, iniziamo a salire nel bosco e le pendenze aumentano. 

Il gruppo si sgrana, Fede in superforma scappa in testa, io, Ivano Massimo e Umberto cerchiamo di mantenere il ritmo ma veniamo staccati. Nelle retrovie Renato e lo Swisser chiacchierano allegramente. All'ennesimo tornante vediamo il capofila fermo nell'intento di ricompattare il gruppo che chiacchiera con un corpulento e provatissimo ciclista. Ci avviciniamo e scopriamo che si tratta di uno straniero, con uno stentato inglese tentiamo un dialogo ma con poco successo, finché non arriva il poliglotta del gruppo, lo Swisser, che in pochi secondi entra in sintonia con chiunque. Lasciamo lo straniero a riprendere fiato e ripartiamo. Con i navigatori in tilt per quanto riguarda le distanze dai punti intermedi del percorso arriviamo al fatidico bivio: giro corto solo il monte Comer o giro lungo con salita anche al Denervo. La rilassante pausa panino spinge tutti a decidere per la seconda proposta al grido:"Ormai siamo qui, manca poco, sono solo un paio di chilometri!". 

Inizia qui la parte più dura del giro, dopo la prima curva una bella rampa con pendenza superiore al 30% che si cerca di affrontare in sella come se fosse una sfida. Poco dopo una seconda salita ancora più ripida, e sono in pochi che tentano la scalata pedalando. Dalla terza in poi, perché ne troveremo parecchie, il gruppo si rassegna alla spinta. 

A meta scalata accuso una crisi di crampi, ma il provvidenziale aiuto di Umberto con il gel super mega concentrato dal contenuto sconosciuto mi riporta velocemente in forma. Finalmente dopo l'ultima salita fra rovi e lamponi, che vengono saccheggiati dal gruppo, arriviamo alla malga Denervo, deserta, senza fonti di acqua e tappezzata di escrementi bovini. 

Dopo un abbondante ristoro ci dividiamo, Massimo ed Ivano restano a guardia delle bici gli altri scalano a piedi la cima. Dall'alto si intravede un ramo del lago di Valvestino e il Garda sullo sfondo del Baldo. Carino ma non spettacolare complice anche un immenso pannello ripetitore che taglia il paesaggio. 

Tornati alla malga iniziamo la discesa che si presenta bella e molto varia. Dopo un breve single nel bosco si scende su un pratone a gradoni molto pendente. 

Qui Umberto ci fa prendere un brutto spavento: nell'intento di  evitare una radice la bici lo disarciona facendogli fare una capriola con atterraggio di schiena. Per fortuna l'incidente si rileverà senza gravi conseguenze.

Attacchiamo l'ultima salita della giornata che ci porta alla sella del Comer. Si decide di non scalare questa vetta e dopo una piccola pausa inizia le vera discesa. Anche questa parte si rivela molto bella, forse un po' troppo tecnica per essere affrontata con delle front, che in effetti fanno soffrire non poco i bikers. Dopo un ripido e sassoso sentiero nel bosco e il transito su una passerella arriviamo ad una magnifica terrazza naturale a picco sul lago. Settecento metri sotto di noi c'è Gargnano mentre la visuale spazia per tutto il Garda su cui troneggia maestoso il Monte Baldo. 

Qui c'è anche il bivio che porta dell'eremo di San Valentino.

Ancora increduli per il bellissimo panorama riprendiamo il percorso che inizia con un canalone costellato di grossi massi

 Le scorte d'acqua seppur abbondanti sono ormai finite da tempo e sulla via del ritorno troviamo la Baita Alpini che, in cambio di una lauta mancia, ci riempie le borracce e placa l'arsura delle nostre gole. Gli ultimi Km sono prima in singol trak nel bosco e poi su ripida e stretta cementata. Ultimo strappo sulla Gardesana e siamo alle auto. Cosa altro si può aggiungere per descrivere una splendida domenica trascorsa, come sempre, in ottima compagnia. Visto che le parole non riescono a descrivere le forti emozioni  provate non resta altro che salutare i compagni d'avventura e tuffarsi nel traffico del ritorno verso casa, nella speranza che il prossimo week end arrivi presto.

giovedì 12 luglio 2012

Ma che bella la Val Camonica

Da M.te Campione al colle di San Zeno per poi scendere dalla val Palot a Pian Camuno

Rieccoci nuovamente ad organizzare un bel giretto per il week end...
I parecchi impegni di lavoro e famiglia han fatto in modo che la mail d'invito al club fosse spedita solo giovedì sera.
Forse il caldo, forse l'invito tardivo, forse l'orario di ritrovo... alla fine il mio cell. sabato sera non registra partecipazioni, fortunatamente Gianni e Angelo mi confermano la partecipazione telefonicamente.
Eccoci così al punto di ritrovo in tre, peccato perchè il giro sulla carta sembra essere molto carino, alla fine lo si rivelerà anche on bike.
Sono le sette, già fa un caldo biscio... il pensiero va subito alle eventuali salite, fortunatamente abbiamo in programma una scorciatoia che a molti bikers non piace.
Lasceremo un auto a Pian Camuno e saliremo comodamente e climatizzati in auto sino al Bassinale di M.te Campione 1.800 mt.
Abbiamo poco tempo, dobbiamo rincasare presto, questa la scusa per evitare la dura salita che ci porta in quota.

La salita che avremmo dovuto affrontare è bella tosta, sono contento di non averla fatta... giungiamo al parcheggio, Gianni alla guida del suo Merca s'avventura in off road in un prato (cercando un posto all'ombra), immediatamente fa inversione, esce e parcheggia l'auto nell'apposito parcheggio. Passano cinque minuti mentre ci prepariamo e scarichiamo le bici, da dietro l'angolo sbuca una Pandina della forestale, i tre agenti a bordo ci fanno notare che siamo entrati in un prato con l'auto e la cosa è vietata. Ci guardiamo attoniti, non si capisce come possano averci visto, sicuramente da qualche postazione con cannocchiali. Ok hanno ragione, una piccola infrazione istintiva alla ricerca di ombra... una decina di metri percorsi  a cui immediatamente abbiamo rimediato. Ci scusiamo e siamo pronti, prendiamo il sentiero che ci porta sulle creste, in questo breve tratto le bici vengono spesso spinte.
Fa freddino la temperatura è intorno ai 15° alla faccia del caldo afoso della città.















Dalla cresta parte il sentiero che ci regalera ampie vedute sulle valli sottostanti e sulle montagne vicine, alcuni tratti sono veramente impegnativi con pendenze proibitive, fortunatamente brevi.
Angelo ci da lezione di tenacia e resistenza affrontando le salite con un energia sovra naturale, da dietro, con bici a spinta io e Gianni ci chiediamo se fa parte di una specie aliena o se veramente è un terreste.
I miei più sinceri complimenti, ottima tecnica sia in salita che in discesa.
















Seguendo la traccia gps sul nostro Garmin, spesso usciamo dal sentiero per avventurarci nei prati.































Le creste sono piacevoli, brevi tratti in salita e discesa un susseguirsi di sali scendi, con profondi solchi lasciati dallo sciogliersi delle nevi.
Alcuni laghetti o pozze ci accompagnano....regalandoci splendide oasi di bellezza in mezzo alle già bellissime cime.











Gianni è peggio di un motore diesel, a freddo rende poco, ma appena si scalda non lo fermi più. Con la sua front inizia a carburare e ci da dentro. Tu, con la tua full dai il massimo, poi ti giri e lui è li che compie acrobazie e non ti molla. Braò Gianni, braò fess.
Continuiamo il giro o meglio, la discesa... Angelo sempre in tiro, raggiungiamo un gruppo di mucche al pascolo, sono impegnato nella guida e giungo a 5 metri da una di loro, è nera e con corna appuntite, mi guarda incuriosita. Mi prende un colpo, sono un ragazzo di città le mucche le ho sempre viste con corna tagliate... questa sembra incazzata, nera e con corna a punta. Cazzo sarà mica un toro? aahahha fortunatamente sono imbranato in materia. E' una mucca e non è incazzata ma impaurita.



























Qui Angelo ancora ride alla mia osservazione...

Da qui al rifugio del colle di San Zeno il passo è breve e tutto in discesa, giù a tutta birra divertendoci a mille.
Giunti al rifugio Gianni incontra alcuni amici con bici da corsa, alcuni scambi di battute un caffettino e siamo pronti per proseguire il tour.
Risaliamo velocemente sulle bici e ci buttiamo in splendido sentiero scendendo in Val Palot dove una graditissima sorpresa ci accoglie, un tracciato di gara mtb divertentissimo. Parto per primo con la mia 27,5, la bike è bella agile, scendo veloce, dietro Angelo a canna mi segue e Gianni (l'acrobata) con la front sfodera il meglio di se. Il percorso è ottimamente segnato e veramente divertente.
Giunti alla fine il sorriso e l'adrenalina è sulle facce di tutti. Purtroppo il tempo a mia disposizione si sta pian piano esaurendo, da qui cercheremo di velocizzare il giro, lasciando perdere le fotografie.
Angelo e Gianni cercano di convincermi a scendere verso Pian Camuno lungo la strada per farmi rincasare in orario, ma nada, non mollo siamo qui per farci un bel giro e lo si chiude come da traccia gps in sterrato.

Un buon tratto del tracciato è con bici a spinta in mezzo al bosco con pendenze notevoli, si devono recuperare 200 mt di quota con bike a spinta o spalla.

Poi si scende nuovamente su splendidi sentieri attraversando piccole frazioni come Pradosole, Vissone, Fane, Solato, Beata alcuni piccolissimi sentieri scorrono in mezzo alle frazioni citate riportandoci a valle.
Una piccola variante ci porta in mezzo ad un boschetto pieno di rovi nel tentativo di seguire la traccia gps, qualche graffio, qualche parolaccia, ma nessun problema fa parte dell'escursione.

Raggiunta la vettura a valle, lasciamo il nostro Angelo in un bar con le bici, io e Gianni risaliamo in auto a riprenderci la seconda auto.

Grazie ragazzi splendida gita, dicono che far mountain bike salendo in auto non è vera mtb... ma vi assicuro che i 600 mt di dislivello e l'impegno sempre in tensione di questo giro sono fisicamente provanti.

P.s. La seggiovia era ferma..